venerdì 7 febbraio 2014

Innovazione … retorica

di
Francesco Zanotti


Leggo sul Sole 24 Ore un articolo di Leonardo Maugeri su “Sette fronti d’azione per invertire la rottadel declino …"
Ecco … non sono d’accordo. Ed ovviamente propongo alternative.
Primo fonte d’azione: liberiamo da tante vessazioni i fondi di Private Equity, Venture Capital etc.  … Per carità, mica voglio  sostenere che occorre mantenere le vessazioni. Ritengo, però, più rilevante che tutti questi fondi imparino a valutare Business Plan. Oggi si parte dall'ipotesi che siano i migliori al mondo a farlo. Non è vero! Lo dimostrano, innanzitutto, gli insuccessi istituzionalizzati. Ad esempio, si parte dal considerare naturale che le operazioni di Venture Capital abbiano successo solo nel 25% dei casi (come più avanti cita l’Autore). Ma come si fa a sostenere che si sa valutare un Business Plan se, poi, si istituzionalizza il fatto che si può sbagliare otto volte su dieci? Che non sappiano valutare Business Plan lo dimostra, soprattutto, il fatto che non dispongono del “Corpus Cognitivo” che serve a farlo: le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa.

Secondo fonte d’azione: incentivi fiscali. Beh se chi investe soldi ha come criterio di scelta dove si paga meno tasse e non dove si producono capolavori …

Tutti gli altri fonti d’azione: riguardano la ricerca. Ed è su tutti questi fronti che sono particolarmente in disaccordo.
Occorre scegliere le “tecnologie lasciate dagli altri” dice l’Autore. Cioè dove non sono presenti gli altri. Ma il problema non è quello di scegliere un campo tecnologico o un altro. Il problema è che in tutti i campi tecnologici occorre generare nuove prospettive. Che nascono solo da una nuova visione del mondo. Prendiamo ad esempio la genetica e le neuroscienze. Dobbiamo scegliere se continuare sull’approccio riduzionistico attuale o scegliere altri approcci. Il mondo anglosassone segue la visione riduzionistica che sta diventando sempre più anacronistica. Noi li surclasseremo (se proprio vogliamo surclassare e non collaborare) rileggendo tutti gli ambiti tecnologici con una visione del mondo quantistico-emergente.
La ricerca deve essere collegata al mercato. Deve capire di cosa ha bisogno il mondo. Ma il mondo non sa di cosa ha bisogno. Abbiamo di fonte la necessità di creare nuovi mondi. La ricerca deve raccontare di tutti i mondi possibili e scatenare una nuova progettualità di popolo per realizzare il mondo che sceglieremo.
La ricerca deve essere misurata dal valore che riesce a produrre. Ma occorre definire di che valore si tratta. Possiamo pensare al valore “economico” ed allora dovremo misurarlo in termini di capacità di produrre cassa (quando e quanto). Ma forse in tutta la storia una grande capacità di produrre cassa è sempre stata generata dalla capacità di creare e condividere sogni-capolavoro.
Lo Stato deve finanziare la ricerca di base, ma solo dopo che si sono individuate le direzioni lungo le quali indirizzare questa ricerca. Ma è una contraddizione in termini. La ricerca di base, per definizione, non sa dove andrà sbattere. Se lo sapesse sarebbe per definizione ricerca applicata. Ma al di là della contraddizione logica … lo Stato non può indirizzare la ricerca di base perché oggi la complessità (per fortuna) è tale che esistono mille alternative di ricerca tra le quali oggi nessuno può scegliere. Un esempio: vogliamo che sia lo Stato a decidere se la fisica fondamentale deve sviluppare solo la teoria delle stringhe o la gravità quantistica a loop? O debba, invece, ricercare qualche altra teoria che oggi non è immaginabile? Magari uscendo dal riferimento metrico ed usando un riferimento topologico?

La ragione per cui l’innovazione langue è che non abbiamo idee.
Ma, come si fa a rilanciare l’innovazione? Come si è fatto nel Rinascimento: “buttando nella società un nuovo patrimonio di risorse cognitive”. Soprattutto buttando nella società una nuova visione del mondo. Proprio quella che libera la ricerca da tutti i lacci e lacciuoli che nascono dal disporre solo della visione del mondo della società industriale.
Insomma, volete veramente innovare? Fate corsi di teoria quantistica dei campi e sul come usandoli si capiscono fino in fondo i processi di creazione imprenditoriale e se ne possono moltiplicare l’efficacia per arrivare finalmente a costruire un nuovo sviluppo etico ed estetico.


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