di
Francesco Zanotti
Leggo stamattina suo Sole 24 Ore un articolo di Pier Giorgio Gawronski e Giorgo La Malfa … Ma siamo quasi alle mitiche Brioches di Maria Antonietta.
Il loro ragionamento: aumentiamo gli obiettivi di PIL. Per
realizzarli occorre aumentare gli investimenti (lasciamo stare come hanno fatto
a calcolare quanto investimenti servono, perché scopriremmo perversione nella perversione).
Sforeremo il rapporto deficit-PIL, ma tornerà subito dopo a scendere grazie alla ripresa che si sarà
generata.
Dove sta la perversione? Che nessuno si chiede in cosa
investire. Sembra che sia evidente in cosa si debba investire, basta decidere di
farlo.
Si tratta di un ragionamento almeno strabico perchè funziona
se solo noi investiamo e gli altri stanno fermi. Se anche gli altri investono,
non riusciamo a spostare gli equilibri dei flussi commerciali.
Ma il peggio è che questo ragionamento vale solo in una
società statica dove si sa quali sono gli investimenti necessari. Ma noi siano
in una società che dobbiamo cambiare radicalmente. E la prima domanda da farsi
è: investire nel creare quale nuova economia e quale nuova società? Altrimenti
si finisce per investire nell'illusione di riuscire far sopravvivere la società
attuale.
Frank, condivido, è inutile definre come fare senza prima indicare cosa fare in quale direzione. In più dobbiamo finirla nel pesare che ci possa essere il solito approccio top-down. Serve un progetto di emersione, partecipativo magari territoriale che porti ad una vera auto-realzizazione del Paese, di larghi strati della popolazione. Serve un Governo capace di aiutare, incentivare l'emersione di questi nuovi progetti di senso. Comunque W il 2014, lo spred è sceso e questo spred non c'entra niente con lo spred che pagano oggi le aziende...
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