martedì 3 settembre 2013

Poveri noi sessantottini

di
Francesco Zanotti


Sì, sono di quella generazione. Non la rinnego certo. Anzi ne rivendico una capacità di immaginazione e di impegno oggi sconosciuti. Ma non posso non riconoscere le catastrofi che la deriva ideologica di immaginazione ed un impegno hanno generato.
Purtroppo, troppi della mia generazione stanno sperando in una nuova giovinezza ripercorrendo la strada che ha trasformato impegno e immaginazione in catastrofe. Con gli stessi ragionamenti, le stesse incrollabili, ingenue e drammatiche, certezze ideologiche.
Ieri sera, alla radio, il nome non ha importanza. A proposito delle vicenda della TAV ho risentito tragicamente il passato. Diceva un “intellettuale”, scrittore alternativo e di chiara fama: il popolo della Val di Susa ha il diritto di difendersi dalla invasione di uno Stato che gli impone una infrastruttura che distruggerà la possibilità di sopravvivenza nella valle. Ha diritto, per difendersi, al sabotaggio.
Il suo intervistatore obiettava le ragionevolezze che tutti immaginano: sulla TAV vi sono opinioni diverse, chi rappresenta lo Stato è stato votato anche dai cittadini della Val di Susa, quando i sabotatori sono francesi e russi è difficile parlare del popolo della Val di Susa etc.
Ma il Nostro implacabile a sostenere di diritto di difesa di un popolo di Susa che, se per caso non si sentisse aggredito e non volesse essere difeso, significherebbe che non ha capito nulla. E ci vuole chi lo difenda al posto suo. Anche francesi e russi …
Allora l’intervistatore: ma se non bastasse il sabotaggio; occorrerebbe arrivare a sparare … come è accaduto negli anni ’70? Risposta: no, perché basta il sabotaggio. Ma se il sabotaggio non bastasse? No: davvero basterà. Il Nostro non voleva arrivare a dire che occorre sparare. Proprio come è accaduto agli inizi degli anni ’70 dove chi protestava era violento solo un po’. E partendo da questo “un po’ “ tutti sanno dove siamo finiti.
Ora, io non sono a favore della TAV. Se ci penso bene credo che l’attuale sistema di infrastrutture e quello che stiamo immaginando per il futuro non siano adatti alla nuova economia prossima ventura.
Non sono a favore, ma non è importante. Il vero dramma va al di là della TAV.
E’ rivedere il ripercorrere la stessa stupida china che piano piano piano scende verso una violenza inarrestabile. Come se non fosse mai accaduto …

Davvero, poveri … Anzi: dannati noi sessantottini se ripetiamo, proponiamo di ripetere la nostra storia disperata.

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