venerdì 7 giugno 2013

Relazione Causale, Costruzione Sociale e Rappresentazione Comunitaria

Riceviamo e con piacere pubblichiamo un commento del Dott. Gianni Rizzi in relazione al post Galileo e riforme e del successivo commento del Prof. Andrea Ichino La risposta del Professor Ichino


Caro Francesco, 
ho letto con attenzione l'articolo di Andrea Ichino (Tornare Al Metodo Galileiano Per Le Riforme), il tuo commento critico e la replica di Ichino (La risposta del Professor Ichino). 
Ecco le mie note a margine.

Ichino sostiene l'opportunità di piccole sperimentazioni riformistiche prima di sviluppare interventi maggiori, e afferma l'idea della "relazione causale", che può essere identificata "soltanto attraverso la comparazione tra eventi controfattuali: ossia A causa B  se in presenza di A osserviamo B mentre in presenza di NON-A osserviamo NON-B". E sostiene: " 'l'arte' della statistica finalizzata a identificare relazioni causali consiste proprio nel trovare modi per costruire gli eventi controfattuali che nella realtà non possiamo osservare".

Tu critichi la proposta dicendo che l'idea sperimentale rientra nell'ideologia della fisica classica, superata da quella quantistica. Preferiresti poi parlare di "correlazione" piuttosto che di "causalità". Vorresti quindi un aggiornamento delle categorie, auspicando una più avanzata visione dei sistemi sociali (e più in generale della realtà), e della conoscenza come costruzione sociale.

Io mi spingerei a parlare di "rappresentazione comunitaria", essendo i sistemi sociali fatti di comunicazione. Si potrebbe anche dire che i sistemi sociali operano rappresentando se stessi, mettendosi in scena. Ed evolvono migliorando le loro performance auto-rappresentative. Involvono invece quando la rappresentazione peggiora, quando arretra - per esempio - su vecchi copioni, quando si attesta su idee del passato, quando fa cattiva o arrogante comunicazione di sè.

La "relazione causale" di cui parla Ichino fa riferimento alla "realtà" (ed è quindi anch'essa rappresentazione) ma mette in scena la promessa di una governance "scientifica", dichiarandosi capace di conoscere bene (statisticamente) le cause e gli effetti delle varie riforme.

Nella tesi di Andrea Ichino riemerge  la vecchissima idea del governo dei sapienti, e questo a pochi mesi dal vistoso fallimento elettorale dei professori capitanati da Monti...

Trovo ben più interessante il tentativo di Enrico Letta e gli altri, cui auguro (interessatamente) un buon successo nella difficile ma importantissima (e innovativa) messa in scena della "coesione italiana" nel teatro politico europeo.

Gianni Rizzi


Nessun commento:

Posta un commento