di
Francesco Zanotti
E le ragioni sono due. La
prima è illustrata dalla teoria dei sistemi autopoietici. Se si gioca un
gioco (il gioco elettorale), i riferimenti sono inevitabilmente gli altri
giocatori. Non possono essere le vicende della società, se non strumentalmente.
Ad esempio: per colpire gli avversari.
La seconda ragione è più
importante della prima. Noi abbiamo bisogno di una nuova capacità progettuale. Più
intensa più immaginifica, capace di progettare una nuova società …
Il problema è che i nostri
politici non hanno le risorse di conoscenza necessarie per farlo. Ascoltavo ieri sera su La7 Giovanni
Flavia, un giovane carico di buone intenzioni e di grande eticità. Ma annaspava
parlando di economia e finanza. Poi ho letto l’intervista a Monti sul Corriere
che ha tuonato contro gli incapaci. Ovviamente assegnando a se stesso la coccarda
di “capace”. Ed allora mi sono cascate le braccia.
Il problema non è nella
qualità degli uomini. Se non siamo razzisti dobbiamo credere che tutti gli
uomini hanno potenzialità uguali e, per quanto se sa, infinite. Il problema è
che se gli uomini hanno risorse di conoscenza povere questa potenzialità annaspa.
O si esprime in accuse e, quando tenta proposte, finisce con partorire
banalità.
Monti e Favia sono persone
generose, meritano di stare alla guida del Paese, magari insieme. L’unica cosa
che dovrebbero accettare è di aumentare le risorse di conoscenza di cui
dispongono. Anche Monti che è un tecnico? Soprattutto Monti perché sta dimostrando
chiaramente che le sue risorse di conoscenza in economia (più specificamente:
in strategia d’impresa), sociologia, antropologia, sistemica e molte altre sono
del tutto insufficienti.
Allora è necessario un nuovo
movimento che non abbia l’ambizione di assumere un ruolo politico, che non si
perda nella “denuncite” oramai dilagante e sterile, ma che si ponga come
obiettivo quello di fornire a tutti coloro che vogliono assumersi il ruolo di
gestione della cosa pubblica le risorse di conoscenza sufficienti per farlo con
successo.
Mi chiedo se le "due ragioni" citate all'inizio, sopratutto la prima, non siano vere anche per altri contesti. Primo fra tutti l'azienda: nel gioco competitivo i concorrenti, nella posizione di un AD i soci, nella misurazione delle capacità di un dipendente il rapporto col "misuratore (il capo), ecc.
RispondiEliminaCome se ne esce? Con nuove "regole"? E se poi queste vanno a scatenare altre "polarizzazioni"?
Questo concetto da voi proposto andrebbe, se possibile, spiegato meglio!
RispondiElimina"Se si gioca un gioco (il gioco elettorale), i riferimenti sono inevitabilmente gli altri giocatori. Non possono essere le vicende della società, se non strumentalmente. Ad esempio: per colpire gli avversari."
Le conseguenze di una tale affermazione analizzate meglio.
Nel post di oggi (autoreferenzialità indiferente) c'è una prima risposta alle richieste di spiegazione,approfondimenti chiarimenti ... Non basta ovviamente. Cercherò di aggiungere altri elementi commentando, nei prossimi giorni, gli eventi di questa campagna elettorale ... Grazie per i contributi. Se riusciamo a dare un contributo perché questa campagna elettorale la smetta di essere conflittuale, ma diventi progettuale,avremo fatto un grande servizio a questo nostro Paese.
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