martedì 11 dicembre 2012

Reprint: Il prof. Monti non può che fallire… Reprint con una aggiunta


di
Francesco Zanotti



Il 17 novembre dell’anno scorso ho pubblicato un post nel quale prevedevo il fallimento di Monti per ragioni completamente diverse da quella che proponevano tutti gli altri oppositori. Oggi mi permetto di riproporre all'attenzione quel post sottolineando con forza che nessuna delle cause di insuccesso è stata rimossa.
Anzi, tutte si sono consolidate, quasi ideologizzate.
Lo dimostra, tra mille altre cose, l’affermazione, sentita ieri sera al TG1, un po’ stizzita, non certo serena, di Monti: tutti quelli che si intendono un po’ di economia  dovrebbero… Non ricordo cosa di specifico dovrebbero fare, ma il risultato era chiaro: continuare l’azione del Suo Governo (sottinteso: con lui al comando).
Egregio professore l’economia non è una scienza alla quale appellarsi per “calcolare” il bene ed il male come nella fisica classica si calcola il movimento di palline e pianeti... basta che non siano troppi. E’ un pateracchio di “pseudo leggi” che non hanno alcun fondamento. Che senso ha richiamarsi a intenditori di fumo? Non è certo il suo caso, ma fa venire il sospetto che a vender fumo qualcuno (richiamare l’autorevolezza di una scienza che non ha nulla di scientifico) “ci abbia la sua bella convenienza”.
Purtroppo le cause di fallimento di Monti ce le portiamo dietro quasi fatalmente e i protagonisti della prossima campagna elettorale non sanno neanche che sono loro a costruire la crisi.

Ecco il post del 17 novembre 2011 con una aggiunta finale.

Perché non può che fallire?

Innanzitutto perché il programma che si propone di realizzare non ha nessuna influenza sulle cause della crisi attuale. Non siamo di fronte ad una crisi finanziaria, ma alla crisi di un modello di società. Il programma del nuovo governo non vuole avviare un processo di progettazione di una nuova società, ma vuole cercare di far funzionare meglio la società attuale. Compito impossibile anche (certamente non solo) per banali limiti fisici. La natura non sopporta un’ulteriore crescita dell’attuale società industriale.

Poi perché la conoscenza da cui parte (l’economia) è una pseudo scienza che vuole scimmiottare, irragionevolmente, la fisica classica. Si tratta di un corpus di conoscenze da ricostruire integralmente. Da ricostruire perché suggerisce azioni di ristrutturazione, invece che di riprogettazione.

Ancora: perché non ha cambiato il metodo di governo. E’ vero che si propone di consultare, far partecipare, ma sono buone intenzioni generiche. Il Governo di una società complessa richiede che chi governa avvii processi di creazione sociale di nuove realtà. Con tutto il rispetto, la formazione e le esperienze del prof. Monti non hanno nulla a che fare con i processi di creazione sociale. Voglio dire che, anche se le cose che vuole fare fossero corrette, non riuscirebbe a farle per “incompetenza processuale”.

Da ultimo non ci riuscirà perché nessun grande sviluppo può nascere da sacrifici (proposti da una classe dirigente che non farà alcun sacrificio) e azioni impopolari. Un grande sviluppo nasce da un movimento di popolo che si incammina verso una nuova storia. E certamente non sarà il prof Monti a risvegliare la voglia di un futuro diverso in un popolo che oggi sembra davvero un volgo disperso.

Ecco l’aggiunta finale. Perché non opponiamo a tutti i ragionamenti delle Agenzie di Rating un Progetto Paese alto e forte, che nasca da una Progettualità di Popolo?


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