giovedì 24 maggio 2012

Democrazia sostanziale o elezioni?

di
Francesco Zanotti


Il processo fondamentale in una democrazia rappresentativa è la competizione elettorale

Nelle intenzioni è il momento in cui i cittadini scelgono chi li deve governare in base alle proposte che i diversi aspiranti ai diversi ruoli di Governo avanzano.
Nella pratica il fatto di competere per vincere le elezioni comporta che le diverse forze politiche in competizione propongano le cose che si pensa raccolgano più consenso. Non è “cattiveria” da parte delle forze politiche, ma è il portato di aver scelto la competizione elettorale come processo democratico fondamentale.
Una volta concluse le elezioni, non è che si inizia a fare sul serio. Inevitabilmente, inizia la competizione per le elezioni successive. Ed accadono le cose che tutti denunciamo: politici che non hanno alcuna preparazione o profondità progettuale. Per giocare una competizione elettorale non serve. Occorre appeal mediatico e, allora, tutti alla ricerca dell’apparire. Il parlare è importante, l’ascoltare è strumentale.
Occorre, poi, costruire reti amicali. Ed allora ecco i politici nei posti di potere, qualunque essi siano, fino all’assurdo raccontato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera di oggi che ci rivela quali siano i meriti del candidato alla Vicepresidenza di A2A: Fausto di Mezza. Nel  suo curriculum inizia parlando dei genitori famosi e continua descrivendo incarichi di partito e storie elettorali.
Ma la colpa non è dei Faustini di turno: il problema ha origini sistemiche. E’ causato dal far coincidere la democrazia con la competizione elettorale.
Alternative? Mille ed una. Ma se ne può parlare solo quando è diventato palese il conflitto “sistemico” tra competizione elettorale e partecipazione sostanziale di tutti a progettare le società prossima ventura.

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