lunedì 19 dicembre 2011

Non posso essere più in disaccordo


di
Francesco Zanotti

Sul Corriere della Sera di oggi trovo un articolo del Prof. Sartori dal titolo: “Merito e selezione per salvarci tutti”.
E’ difficile trovare un articolo sul quale io sia più in disaccordo di questo. Cito solo i punti del disaccordo. Se a qualcuno interesserà un approfondimento…
Il primo punto di disaccordo è che l’articolo si basa su di un’ipotesi oramai falsificata da tutta la conoscenza sistemica: che la democrazia rappresentativa (non la democrazia tout court) possa governare una società complessa. Contestato questo principio, cade tutto il discorso delle élite.
Lascio stare la polemica sul ’68, che è di una superficialità rara, e passo al contestare il concetto di base della meritocrazia: le selezione. E’ il residuo di una concezione riduzionistica del mondo.
In pratica, della convinzione che esista uno standard umano ottimale a cui riferirsi per misurare quanto più o quanto meno una persona gli si avvicini. Credo che tutte le scienze umane e naturali stiano urlando che pensare che esista questo standard è una sciocchezza. Come è una sciocchezza pretendere di misurare alcunchè di profondo (conoscenze, competenze, emozioni etc.) della persona umana. Credo che la scienza che urla più forte in questa direzione sia la fisica.
Ma non voglio farla così complicata. Invece della fisica, cito solo una scienza “di dettaglio”: la docimologia. E’ la scienza della valutazione scolastica. Provate a leggere qualcosa di questa “scienzuncola” e vedrete che è ridicolo il solo pensare di aver criteri oggettivi di valutazione di qualunque cosa che abbia a che fare con la complessità umana.
Quindi, che fare? Abbandonarsi alla immeritocrazia? No certo! Il cosa fare (almeno una direzione lungo la quale riflettere e progettare) lo abbiamo scritto abbondantemente, diffusamente in questo blog.
Infine, il finale … viva i tecnici: “il governo Monti è l’unica chance di salvezza che ci resta”. Ma su questo finale ho già scritto un blog.

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