tag:blogger.com,1999:blog-5488339007103239881.post8616808202167223679..comments2022-04-03T10:32:48.247+02:00Comments on Balbettanti Poietici: La crisi e le stragi del sabato sera.lucianohttp://www.blogger.com/profile/00811340593016815703noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-5488339007103239881.post-42463696249320223272009-06-12T15:29:23.148+02:002009-06-12T15:29:23.148+02:00«Il senso più profondo della secolarizzazione è pr...«Il senso più profondo della secolarizzazione è proprio questo. Nessuno ha vinto. Nessuno può vincere». (C. Taylor)<br /><br />In bilancio, la regola della partita doppia ci insegna per ogni valore di oggetto vi dev’essere un altro valore, di eguale importo e di segno opposto, che rappresenta la modalità di pagamento. Ma cosa è entrato, e cosa è uscito?<br />Prima ho dato una occhiata a duemila anni di storia dico duemila, tanto per capirci. <br />Le cose andarono grossomodo così.<br />Fino al Romanticismo, nessuno aveva mai messo in dubbio una cosa. Era sempre stata data per assodata: esiste una sola maniera di spiegare il mondo. È la mia, forse è la tua, forse è un’altra. Ad ogni modo, ce ne sta una sola. Questa cosa qui, in matematica, si chiama isomorfismo: la realtà può essere spiegata solo in un modo. <br />Punto.<br />Poi, dal Romanticismo in poi, accade qualcosa di incredibile: si inizia a pensare che magari sia la tua maniera di vedere le cose che la mia funzionano entrambi, e pace alle anime nostre. <br />Se non è più possibile, però, dire o la mia o la tua o un’altra, il problema si sposta da un’altra parte: almeno per me la cosa deve funzionare. Magari non ti convince, ma comunque deve funzionare. E giù con i sistemi formali perfetti, che magari non spiegavano tutta la realtà, ma che quello che facevano lo facevano bene. <br />Ad un certo punto della storia arriva il bulletto di turno, un certo Kurt Godel, che attraverso i teoremi di incompletezza arriva a dire che i sistemi col cavolo che sono perfetti. Un sistema o è incoerente o è incompleto. <br />La cosa, in realtà, venne vista come una vittoria del buon vecchio platonismo, che sosteneva l’esistenza di verità non dimostrabili, cioè la non assimilazione di dimostrabilità e verità in un unico concetto.<br />Abbiamo raggiunto un importante traguardo, in effetti. Abbiamo affermato il valore della ricerca della verità “in assoluto”, ovvero sapendo che essa non potrai mai venir trovata e conosciuta appieno.<br />Una rivoluzione colossale<br />monumentale<br />smisurata<br />l’uomo che ricerca sapendo per certo di non trovare, di non poter dimostrare. Il perenne anelito dell’uomo ad andare oltre di sé si fa valore a sé e dimostra razionalmente alla ragione il suo diritto razionale di esistere<br /><br />Eppure.<br />Tuttavia.<br /><br />Abbiamo confuso l’indimostrabilità di una cosa con la dimostrazione del suo contrario. Ed ancora: il pluralismo con il relativismo; la consapevolezza con la presunzione; l’apertura con l’assolutismo. Del resto, assomiglia molto l’infinito al nulla: è senza margini, il nulla, come l’infinito; ed immobile, il nulla, come l’infinito. Senza senso di marcia. Del resto con quale senso critichi il non senso?<br /><br />[Continua Sopra]Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5488339007103239881.post-72377766657419085442009-06-12T05:16:44.255+02:002009-06-12T05:16:44.255+02:00[Continua]
L’infinito dubbio si è fatto infinito ...[Continua]<br /><br />L’infinito dubbio si è fatto infinito nulla e l’infinito nulla si è fatto uomo.<br /><br />Ed allora, un credo può diventare a lungo andare una minaccia all’assoluta presunzione di dimostrare il nulla. <br />Non deve sembrare, d’altra parte, una oscura malvagità del nostro secolo, dovuto al fatto che siamo peggiori dei precedenti. Tutt’altro. Era un rischio che stava nella natura stessa del nostro guadagno: quello che si porta avanti è l’accettazione del dubbio, della meravigliosa fragilità del nostro essere umani, che ha appunto come contropartita il rischio di perdere il “metaconcetto” di credere. Per farla breve, se mi insegnano a credere in A, B, C elementi, chi lo fa mi da, oltre agli elementi A, B, C, la fede che non è separabile dagli elementi stessi A, B, C ma che viene parimenti ad essi appresa; non è tanto semplice, invece, passare il credere prescindendo dal contenuto di credo, che socialmente non viene veicolato. Esemplificando: se io volessi spiegare a mio figlio che cos’è un insieme è molto più semplice fargli un esempio che dargli la definizione di insieme.<br />Ma cosa c’entra con gli incidenti stradali dovuti a giovani in stato di ebbrezza?<br />Ne discende. In questa massa di confusione, abbiamo scambiato anche l’autonomia con la spontaneità, il primo stadio di sviluppo con l’ultimo, si direbbe. Chi fa quello che vuole è autonomo, ma l’autonomia non è il puro essere ciò che si vuole, bensì è la capacità di rimanere se stessi con la propria spontaneità attraverso un sistema di regole condiviso o realtà. <br /><br />“Nella foresta del ricordo<br />Sorgi improvviso<br />Tendici la mano<br />Portaci in salvo.”Anonymousnoreply@blogger.com