venerdì 9 marzo 2012

I progetti alti e forti…


Prima parte

di
Francesco Zanotti


Finisco il mio “trittico” ispirato al pensiero di Martin Wolf …
Non vi descriverò, ovviamente, specifici progetti alti e forti. E la ragione è semplicissima: occorre smetterla di sperare che esista una qualche tecnicalità o specializzazione che dia l’autorità per immaginare (peggio: cercare di imporre con dirigismo folle) un futuro a tutti. Il futuro va progettato e costruito tutti insieme.
Allora, quello che propongo è un metodo per costruire progetti alti e forti. Quanto più questo metodo vi sembrerà  - come sembra a me - inevitabile, tanto più scoprirete la quasi impossibilità che questa classe dirigente possa costruire uno sviluppo alto e forte.
Utilizzo l’eterno esempio della TAV. E’ inutile che si continui a battagliare pro o contro la TAV. E’ possibile costruire sviluppo sia con sia senza la TAV. L’urgenza è che ambedue gli schieramenti esplicitino il tipo di società, in tutte le sue dimensioni, che desiderano e propongono. Poiché si accorgeranno che non lo sanno fare, se non molto genericamente ed ideologicamente, allora abbasseranno i toni e cominceranno a guardare all’avversario con curiosità perché portatore di istanze a cui loro non avevano pensato.
Allora il metodo.



Primo passo: proprio quello di accettare di partecipare allo sviluppo di un grande progetto. Per decidere se fare o meno la TAV occorre disporre di un progetto complessivo di sviluppo come contesto indispensabile. La TAV è uno strumento: a servizio di quale progetto di sviluppo del territorio, dell’Italia, dell’Europa?
Se questo progetto di sviluppo non c’è, è inutile discutere: si scontreranno solo visioni ideologiche della economia e della società che non potranno mai dialogare. E che non saranno tacitate da nessuna votazione democratica.

Secondo passo: scegliere un linguaggio comune e nuovo. Che vuol dire?  Vuol dire che chi governa non fornisce proposte, ma linguaggi. Nel caso della TAV:  l’indice di un Piano di sviluppo territoriale il più ricco possibile. Avendo come riferimento un progetto di sviluppo almeno del nostro Sistema Paese. Detto diversamente: chi guida non propone contenuti, ma le caselle (le più ricche che conosce) da riempire. Questo primo passo ha la funzione di sblocco ideologico: i contendenti si accorgeranno che non sanno assolutamente riempire quelle caselle. Né i “pro TAV”, nè i “no TAV”. Ma anche chi governa si accorgerà di cosa gli manca in termini di contesto (un progetto di sviluppo del nostro sistema Paese), in termini di linguaggio (non sa fornire un indice “avanzato” per un Piano di sviluppo territoriale) ed in termini di ruolo (non deve proporre, ma fare nascere e, poi, gestire proposte).
Allora tutti cominceranno a fare un passo indietro riconoscendo, innanzitutto, responsabilità ed insufficienza.
Responsabilità di costruire sviluppo complessivo, insufficienza di strumenti per realizzare questa responsabilità.

Strana proposta sto costruendo? Prima di andare avanti mi piacerebbe conoscere l’opinione dei nostri "25 lettori". Grazie a tutti coloro che ce la faranno avere.

1 commento:

  1. a me ricorda molto come un bravo imprenditore sta costruendo un nuovo progetto globale chiedendo a tutte le persone a cui ha proposto di partecipare di arricchire lo schema di base, in un circuito di passaggi che porta ciascuno ad aggiungere e raffinare quello che vedono gli altri..il progetto attualmente è in una fase lontanissima da quanto egli stesso aveva intuito, sebbene va da sè la base è la sua intuizione originaria...forse è qualcosa così da fare, ma ancora più in grande e più difficile?

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