Francesco Zanotti
Credo sia banale dirlo. La Grecia ha bisogno di un Progetto di Sviluppo. Il tagliare non costruisce sviluppo. Lo stesso vale per l’Italia.
Invece di sviluppo, però, si parla di crescita e la si cerca di raggiungere attraverso produttività e competitività.
Ma questi sono obiettivi dannosi che distolgono dallo sviluppo. Non si può diventare competitivi una volta per tutte, ma ci si incammina verso un strada che, all’inizio sembra nutrita di innovazione tecnologica e qualità, ma poi porta ad una esacerbata competizione di prezzo che non ammette alcun vincitore. Si è costretti a rincorrere l’ideale di una fabbrica a produttività infinita, a costi zero e senza persone. Ancora: se si cerca di diventare più competitivi si ha in mente di migliorare il sistema economico attuale e si leggono anche i progressi della scienza in quest’ottica. Infatti, si parla solo di tecnologia e non di scienza. E’ necessario, invece, parlare di progettualità strategica perché il sistema economico attuale non sta più in piedi: è entrato in conflitto con gli uomini e con la Natura.
In qualche modo la si sottintende parlando di sviluppo sostenibile, ma anche questo obiettivo non basta. Innanzitutto rischia di essere proposto come modo per combattere il capitalismo. Ma soprattutto è necessario immaginare uno sviluppo entusiasmante di tuti gli uomini e della Natura insieme.
Si può obiettare che il Governo italiano sta costruendo le condizioni per la crescita (e si usa sempre e solo la parola crescita). Ma le liberalizzazioni dei taxi non sono un granché utili per avviare una nuova progettualità strategica. Le liberalizzazioni non creano le condizioni per costruire un Piano di Sviluppo del nostro Paese. Per costruire le condizioni per avviare un processo di elaborazione di un Progetto per un nuovo sviluppo etico ed estetico, occorre diffondere conoscenze e metodologie di valutazione e progettualità strategica. E, prima, la conoscenza delle nuove scienze che forniscono i modelli e le metafore che stanno alla base di queste conoscenze e metodologie.
Purtroppo vince la retorica di una classe dirigente che non sa neppure cosa sia un Progetto di Sviluppo. Noi, anche con le nostre povere forze, ci mobiliteremo perché l’Italia abbia un suo Progetto di Sviluppo che parta dal basso … Chiunque abbia voglia di progettare, non di denunciare, è il benvenuto.
tutto tristemente e terribilmente vero!Gli uomini al potere non hanno ricette, lo sanno e cercano di tirare avanti a vista, ma credo che stiano soltando accelerando i processi che porteranno al crollo del sistema capitalista; spingono verso la riduzione dei consumi e chiedono un aumento di produttività...come fa a funzionare un mercato così!? forse mi sfugge qualcosa
RispondiEliminaIo credo che quello che crollerò non è il sistema capitalistico, ma la società industriale. Il comunismo è considerato l'opposto del capitalismo, ma entrambi tendono a governare, sia pure con priorità opposte, lo stesso tipo di società.
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