mercoledì 1 luglio 2015

Grexit o development bonds

di
Francesco Zanotti


Queste idee che seguono mi sono venute leggendo l'articolo pubblicato oggi sul Sole 24 Ore Europa, le lezioni non finiscono mai, di Adriana Cerretelli in cui tratta il problema della Grecia. 
Mi scuso se inizio con qualche dettaglio tecnico, ma le proposte devono essere fatte anche di tecnicalità. La tecnicalità è la compagna inseparabile dei sogni. Altrimenti rimangono nel cassetto. E, dopo un po’, si scopre che è stato meglio così, perché erano sono illusioni.
Una tecnicalità per realizzare sogni alti, dunque forti.
I development bonds in questo caso.

Sono strumenti a cui si sta pensando per risolvere il problema delle sofferenze bancarie. Funzionano in questo modo: le imprese in sofferenza emettono bonds che vengono acquistati sia dalle banche creditrici che da altri investitori istituzionali. Parte delle risorse raccolte va a ridurre il “vecchio” indebitamento (così che le banche possono far uscire le imprese dalla lista dei “cattivi”) mentre parte va a finanziare azioni di sviluppo.
L’idea è sana. Perché va al cuore del problema: le imprese devono recuperare la loro capacità di generare cassa. Ovvio che l’operazione development bonds ha senso se è accompagnata dal fatto che l’impresa si dota di un Business Plan alto e forte che spiega cosa l’impresa stessa intenda fare per riuscire ad aumentare la capacità di generare cassa delle imprese. Brutalizzando un po’: ti dò i soldi a patto che mi convinci che ne farai buon uso. La logica civilistica del “buon padre di famiglia” dopo tutto.
Altrimenti rimane la soluzione liquidatoria: si danno in mano i crediti a chi ne escuterà la garanzie con metodi non sempre ortodossi.
Anche la Grecia è un debitore in sofferenza. Ma non costringiamola a rimborsare i debiti “spolpando” i suoi “operai”. O, peggio, a vendere il Partenone

Che le Istituzioni creditrici convertano i loro titoli di credito in development bond chiedendo in cambio un Country Plan, alto e forte, che spieghi come la Grecia (le sue imprese, quindi) aumenteranno la sua capacità di generare cassa. Aumentare la propria capacità di generare cassa è l’unica vera garanzia da dare ai creditori.
Che le Istituzioni internazionali chiedano ai politici Greci di usare le energie del popolo. Non costringete il popolo a dividersi in piazze tristi che si contrappongono (peggiorando il clima sociale).
Usate le energie della gente per progettare il futuro. Da piazze che protestano, ad un popolo che progetta il proprio futuro, potrebbe essere lo slogan.

Scritte queste cose ho provato a farmi venire in mente i personaggi che guidano la Troika. Che ne sanno loro di Country Plan? Anche se ne vedessero uno non saprebbero dire se è davvero alto e o forte. La soluzione che vedono (non l’unica possibile) è sempre e solo di sacrifici crescenti. Che portano a liquidare un Paese.


1 commento:

  1. Abbiamo ricevuto un commento anonimo che conteneva una domanda che avrebbe potuto anche essere interessante. Ma ci siamo dati una regola: non pubblichiamo commenti anonimi.
    Grazie
    Francesco Zanotti

    RispondiElimina

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.