lunedì 21 aprile 2014

Occupazione delle istituzioni, unica strada percorribile da questa politica

di
Luciano Martinoli



Si affollano, ed aumenteranno man mano che ci si avvicineranno le elezioni, i proclami e le dichiarazioni dei vari schieramenti politici. Quale è il loro scopo? Attirare le intenzioni di voto verso il proprio schieramento ovviamente.
Come? Dichiarando di avere “capacità” o “ricette” idonee ad affrontare e superare l’attuale congiuntura sfavorevole. Nulla di male dunque se fosse possibile avere “capacità o ricette” che possano funzionare. Supponiamo per un momento che sia vero, ipotesi della cui falsità abbiamo già dato ampie dimostrazioni, e continueremo farlo, su questo blog. 

La pretesa di questi signori, obbligatoria in virtù delle regole “competitive” istituzionali, e che tali meriti siano esclusivi, ovvero che solo una parte, un partito, possa averne. E’ esclusa la possibilità che qualcun altro, anche casualmente, possa averne di uguali. E’ un comportamento quasi obbligatorio dettato dalle regole del gioco democratico. Di questo tipo di democrazia.
La mia non è una tesi  frutto di chissà quale elaborata analisi politica, ma è semplicemente ciò  che si capisce chiaramente dalle recenti affermazioni di alcuni leader politici nostrani.

Iniziamo da Berlusconi. 
Nel messaggio pasquale inviato attraverso i social network, definito “ecumenico” dalla stampa, il leader di Forza Italia invita i suoi “fedeli” a “convincere almeno un indeciso a votare Forza Italia, per la libertà”. Non è ammessa la possibilità che la libertà stia a cuore anche ad altri schieramenti, a meno che non si pieghino alla volontà del leader di Arcore, come già accaduto in passato. Chi non è con me è contro di me!
Manie di grandezza o carattere irruento di un capo di partito di destra (o centro-destra)?
Proprio no. 
Infatti ad osservare da vicino le affermazioni di un altro importante esponente di uno schieramento ben diverso, il Movimento 5 stelle, il significato è lo stesso. Se non peggio...

Ieri Casaleggio, ideologo del movimento, ha criticato il capo del governo perché “cavalca le nostre idee”. Cioè invece di essere contento che qualcun altro realizzi ciò che il movimento, e dunque i suoi sostenitori, desiderava venisse realizzato, se ne lamenta. Con questo dimostra che non è per nulla importante realizzare un “programma”: lo scopo vero del gioco politico è l’occupazione delle istituzioni al posto di un altro. Indipendentemente da chi si propone, i suoi scopi, i suoi programmi.

Invito tutti a fare riflessioni da questa angolazione alle prossime dichiarazioni di esponenti di altri schieramenti politici, che non tarderanno a venire, e scommetto che le conclusioni a cui giungerete saranno le stesse.
Possono mai essere davvero credibili posizioni intellettuali, prima ancora che politiche, di questo tipo?
E’ possibile sostenere di avere in tasca l’unica verità possibile e che è tale solo se realizzata dal “legittimo” proprietario e non da altri?  

Ma al di là del giudizio sulle singole persone e sulle specifiche organizzazioni, può una società raffinata ed evoluta come quella italiana, all'alba del XXI secolo, progredire con sistemi di governo, regole istituzionali e interlocutori politici così rozzi?

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Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.