martedì 11 marzo 2014

La legge elettorale e la non “non sapenza”

di
Francesco Zanotti


Ma che diavolo è la non sapenza?
Avrei potuto dire “ignoranza”, ma questa parola si porta dietro una giudizio sulla persona. Avrei potuto dire “non sapienza”, ma forse è ancora peggio.
Allora ho scelto “non sapenza” per indicare la mancanza, il non utilizzo di conoscenze che potrebbero essere utili a chi governa.
Chi governa dovrebbe sapere che in un sistema complesso (il gruppo sociale costituito dal Parlamento) non si possono creare gruppi stabili. Ad ogni stimolo esterno un gruppo sociale si riarticola al suo interno in modi imprevedibili.
Se, poi, lo stimolo è costituito da un accordo tra vertici (come la legge elettorale) che costituisce uno stimolo esterno per antonomasia, allora il suo potere di stimolare riarticolazioni è fortissimo. Chi avanza accordi tra vertici può star certo che questi accordi saranno smembrati e ricomposti.
Il pensare che possano essere realizzati senza stravolgimenti è pura e semplice ingenuità cognitiva. Cioè … “non sapenza”.
Cosa fare quindi?
Qualche post fa Livio Lo Verso mi ha bonariamente rimproverato che forse va bene fare la Cassandra, ma poi bisogna proporre.
Giusto.
Ma, prima di tutto un piccolo “ma”.
Le previsioni che faccio non sono grazie ad un dono maligno degli dei, come nel caso di Cassandra. Nascono, invece, dell’utilizzo di … lasciatemi dire ... ”leggi sistemiche”. E la mia prima e basilare proposta è: che i governanti se le studino. E’ una colpa grave la “non sapenza”.
Poi … Ho descritto in tanti post la nostra proposta di metodo di governo. L’abbiamo chiamata Sorgente Aperta. Serva a stimolare e governare i processi di creazione sociale della realtà (o di una legge elettorale). Ma non la posso mica ripetere ad ogni … “critica sospinta”.
Va bene che “repetita iuvant”, ma con parsimonia. Altrimenti accade che: Repetita iuvant ... sed etiam “stufant” …




2 commenti:

  1. Professore, ci dia un testo, magari intitolato "Sorgente Aperta" da distribuire e divulgare... avere un libro in mano soddisfa dapprima un piacere fisico e dell'ego, quindi offre opportunità di consultazione spesso poco sfruttate... cosa ne pensa?

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  2. Il Libro ... non ne ho ancora scritto uno su Sorgente Aperta, solo documenti di lavoro. Provvederò quanto prima. Ma sul libro disponibile su questo blog nella sezione Libri, Link, eventi, (Expo della conoscenza per fare emergere una nuova Società) ve ne è descritto lo spirito ...

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.