domenica 29 dicembre 2013

I “casini” del Governo e le denunce scandalizzate. Ovvero: dell’ignoranza sistemica.

di
Francesco Zanotti


Tutti hanno visto i “casini” del Governo. Tutti ne sono stati scandalizzati. Ma lo scandalo è frutto solo di ignoranza sistemica. Non può che essere così. Mi spiego.
Quando si organizza una democrazia rappresentativa con competizione elettorale periodica che accade? Accade che le forze politiche che competono hanno sempre in testa questa competizione che per loro è vitale. Allora quello che pensano, dicono e fanno è sempre finalizzato a questa battaglia. Attenzione non sto dicendo che sono egoisti. Dico solo che accettano le regole del gioco. Se le regole sono la competizione elettorale a quella stanno attenti.
Cosa accade quando si sta attenti alle dinamiche competitive? Innanzitutto accade che ogni loro gesto è visto in chiave competitiva: mi permette o no di avvantaggiarmi sui concorrenti?
Mi si potrebbe obiettare che il miglior modo di avvantaggiarsi è soddisfare meglio delle altre forze politiche. E io credo che tutte le forze politiche abbiano questo obiettivo: le esigenze dei cittadini. E certo queste vogliono soddisfare. E' l’obiettivo che si pongono. Ma non possono farlo perché il competere genera “problemi cognitivi”.
L’essere immersi un una competizione continua competitiva li costringe, da un lato, a non rinnovare mai i loro sistemi cognitivi di riferimento (si guardano bene, ad esempio, dall'inserire conoscenze di sistemica). E, poi, ad essere attenti gli uni agli altri. Sono inevitabilmente immersi in conversazioni tra di loro.
Questo fa sì che si costruiscano un loro mondo virtuale che è “disconnesso” (non per cattiva volontà o interessi, ma per inevitabilità sistemica) da quello reale. Se sommate il continuo guardarsi l’un l’altro, il non rinnovare mai i loro sistemi cognitivi e il conseguente  riferimento al mondo virtuale che nasce da questi due elementi … vi convincete che è normale che i loro atti appaiano senza senso.

Tecnicamente si chiama accoppiamento strutturale: apertura energetica, ma chiusura cognitiva. Escono atti e messaggi, ma il senso non c’è. E non ci può essere.

2 commenti:

  1. interessantissimo messaggio.

    una domanda.

    quello che illustra è vero per tutte le democrazie. quindi significa che, sebbene ne abbiamo cognizione diversa, perché viviamo in Italia e ci focalizziamo sulla politica di casa nostra, salvo emerite e limitate eccezioni. lo stesso succede in Germania, Francia, Spagna, Regno Unito ecc.
    ebbene come mai le cose in questi paesi non sono così drammatiche? magari non saranno eccezionali. ma sono meglio?
    un migliore sistema istituzionale? persone con più risorse cognitive? una società che cammina...nonostante la politica, meglio?
    la ringrazio.
    ps
    ma perchè mette 3 diverse email, è sempre lei?

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  2. Beh grazie delle domande ..
    Prima la risposta più semplice: sulle mail. Sì, sono sempre io ... Tre identità diverse, tre mail..
    Poi ... io parlavo non della democrazia tout-court, ma della democrazia rappresentativa e, quindi, competitiva. Possono essercene altri tipi. Uno lo abbiamo chiamato Sorgente Aperta e viene escritto in diversi post in questo blog.
    Da altre parti le cose sembrano funzionare meglio (dico: sembrano) perchè si tratta di società più semplici della nostra. Cioè: cognitivamente, sociologicamente ed antropologicamente più povere. Il fenomeno che ho descritto si vede meno.
    Ma anche loro sono afflitti da classi dirigenti sostanzialmente ignoranti che non riescono a costruire sviluppo. Il caso più eclatante è quello di Obama che, al di là degli slogan da campagna elettorale, è ben lungi dal riuscire anche sono ad immaginare una società radicalmente diversa dalla società industriale.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.