domenica 20 gennaio 2013

Campagna elettorale e risorse di conoscenza insufficienti


di
Francesco Zanotti


Una campagna elettorale senza contenuti. Ma è inevitabile.
E le ragioni sono due. La prima è illustrata dalla teoria dei sistemi autopoietici. Se si gioca un gioco (il gioco elettorale), i riferimenti sono inevitabilmente gli altri giocatori. Non possono essere le vicende della società, se non strumentalmente. Ad esempio: per colpire gli avversari.
La seconda ragione è più importante della prima. Noi abbiamo bisogno di una nuova capacità progettuale. Più intensa più immaginifica, capace di progettare una nuova società …
Il problema è che i nostri politici non hanno le risorse di conoscenza necessarie per farlo. Ascoltavo ieri sera su La7 Giovanni Flavia, un giovane carico di buone intenzioni e di grande eticità. Ma annaspava parlando di economia e finanza. Poi ho letto l’intervista a Monti sul Corriere che ha tuonato contro gli incapaci. Ovviamente assegnando a se stesso la coccarda di “capace”. Ed allora mi sono cascate le braccia.
Il problema non è nella qualità degli uomini. Se non siamo razzisti dobbiamo credere che tutti gli uomini hanno potenzialità uguali e, per quanto se sa, infinite. Il problema è che se gli uomini hanno risorse di conoscenza povere questa potenzialità annaspa. O si esprime in accuse e, quando tenta proposte, finisce con partorire banalità.
Monti e Favia sono persone generose, meritano di stare alla guida del Paese, magari insieme. L’unica cosa che dovrebbero accettare è di aumentare le risorse di conoscenza di cui dispongono. Anche Monti che è un tecnico? Soprattutto Monti perché sta dimostrando chiaramente che le sue risorse di conoscenza in economia (più specificamente: in strategia d’impresa), sociologia, antropologia, sistemica e molte altre sono del tutto insufficienti.
Allora è necessario un nuovo movimento che non abbia l’ambizione di assumere un ruolo politico, che non si perda nella “denuncite” oramai dilagante e sterile, ma che si ponga come obiettivo quello di fornire a tutti coloro che vogliono assumersi il ruolo di gestione della cosa pubblica le risorse di conoscenza sufficienti per farlo con successo.


3 commenti:

  1. Mi chiedo se le "due ragioni" citate all'inizio, sopratutto la prima, non siano vere anche per altri contesti. Primo fra tutti l'azienda: nel gioco competitivo i concorrenti, nella posizione di un AD i soci, nella misurazione delle capacità di un dipendente il rapporto col "misuratore (il capo), ecc.
    Come se ne esce? Con nuove "regole"? E se poi queste vanno a scatenare altre "polarizzazioni"?

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  2. Questo concetto da voi proposto andrebbe, se possibile, spiegato meglio!

    "Se si gioca un gioco (il gioco elettorale), i riferimenti sono inevitabilmente gli altri giocatori. Non possono essere le vicende della società, se non strumentalmente. Ad esempio: per colpire gli avversari."

    Le conseguenze di una tale affermazione analizzate meglio.

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  3. Nel post di oggi (autoreferenzialità indiferente) c'è una prima risposta alle richieste di spiegazione,approfondimenti chiarimenti ... Non basta ovviamente. Cercherò di aggiungere altri elementi commentando, nei prossimi giorni, gli eventi di questa campagna elettorale ... Grazie per i contributi. Se riusciamo a dare un contributo perché questa campagna elettorale la smetta di essere conflittuale, ma diventi progettuale,avremo fatto un grande servizio a questo nostro Paese.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.