giovedì 5 luglio 2012

Bosone di Higgs: scoprire o costruire?


Appunti di un viaggiatore della terra di mezzo

di
Francesco Zanotti

Mi sono letto le due paginate (apprezzabili) del Corriere della Sera sulla “scoperta” del Bosone di Higgs. E vorrei fare un discorso proprio sulle … virgolette.
Purtroppo le virgolette stanno in una terra di mezzo che è difficile percorrere perché si sentono voci e suggestioni diverse, come provenienti da due grandi catene di montagne che costeggiano la valle ed attirano il viandante della vita verso di loro.
Io sono un viaggiatore della terra di mezzo. Confesso che a me il meccanismo di Higgs piace molto, affascina … ma che c’entra l’estetica? Eh, sì … è la guida dei viaggiatori della terra di mezzo, quelli che mettono le virgolette alle montagne …
Dunque … Le due catene di montagne. La prima è quella del filosofo Giovanni Reale che richiama il primato della filosofia e che se ne sta in un angolo sdegnoso. In un angolo delle due paginate. Ma anche in un angolo del dibattito scientifico.
L’altra è la catena dei fisici entusiasti che dichiarano di avere scoperto uno dei segreti della natura.

Il viaggiatore della terra di mezzo, con lo sguardo alle due catene, uno guardo che cerca di essere intenso, che cerca di scrutare valli e “scoscesità” delle catene di mondi, mette le virgolette alla parola scoperta. Perché pensa …

Se voi isolate un “pezzo di mondo” e scegliete un modo di interagire con questo pezzo di mondo con una “energia” sufficiente a far sì che il mondo venga turbato dal vostro guardare, allora costruite un nuovo mondo che, poi, descrivete usando un certo linguaggio. Ed è come se il linguaggio e il mondo costruito risuonassero di amorosi sensi. A mano a mano che approfondite la “ricerca” (il processo di costruzione di mondi), trovate ad ogni istante conferma che … avevate ragione. Fino a che non “esagerate”. Cioè usate una energia eccessiva che vi fa costruire un altro mondo.
Ecco questo è il modo in cui un viaggiatore della terra di mezzo vede la scoperta del Bosone di Higgs.
Pensando di indagare la Natura con sensate esperienze, in realtà si è cominciato ad usare tanta energia da creare il mondo delle particelle elementari che è stato descritto attraverso la Teoria Quantistica dei Campi. I teorici ragionando sulla teoria hanno immaginato quello che si poteva costruire: l’esistenza del Bosone/campo di Higgs. Gli sperimentali l’hanno costruito davvero.

Il risultato che si ottiene quando si costruiscono mondi (quando si guarda la natura con uno sguardo che trasforma) non è mai completo e coerente. Si innesca una storia senza fine. Ed una storia che poteva anche essere diversa.
Si scopre il bosone di Higgs, ma non esattamente come ci aspettava fosse. E’ molto più “ricco”. 
Eccerto: aumentando l’energia si esce dal mondo creato con il precedente livello di energia e si entra in un altro. Si è già scoperto che la Teoria Quantistica dei Campi non è esattamente come ci si aspetta sia una teoria: ha molti problemi irrisolti che spingono a guardare altrove. Anni fa è uscito uno splendido libro (Atti di un Convegno), molto adatto ai viaggiatori della terra di mezzo (Conceptual Foundations of Quantum Field Theory) che racconta di tutte queste incertezze. E sono incertezze che, in qualche misura, danno ragione ai filosofi.

Pensando tutte queste cose, dove va il viandante di una terra di mezzo strattonato da due catene di montagne? Usa appunto l’estetica. E ci aggiunge l’etica.

Il viaggiatore della terra di mezzo può sembrare davvero simile a quel pastore che erra senza senso nei deserti dell’Asia. Ma ha voglia di bellezza e giustizia. Di arrivare ad un mondo di bellezza e di giustizia, di costruire un mondo di bellezza e di giustizia. Allora considera la montagne come risorse, come strumenti.

E avanza una richiesta: montagne, diventate viaggiatori e datevi la mano …

Credo che la scoperta più grande che l’uomo abbia fatto fino a questo punto della sua storia sia la consapevolezza di essere creatore di mondi. Ogni montagna (o catena di monti) che si erge isolata, immaginandosi di scoprire verità iperuraniche, rischia di crollare sotto il peso della sua superbia. Ogni montagna è, invece, un esempio di successo di costruzione di mondi. Un esempio di linguaggi e processi di creazione di mondi.

Allora proviamo ad immaginare che la ricerca della Verità diventi costruzione di un mondo bello e giusto. Che se poi vogliamo chiamare Verità, va bene lo stesso. Immaginiamo che le catene di montagne scendano nella terra di mezzo e rendano disponibili a tutti noi viaggiatori di quella terra, i loro linguaggi le loro prassi i loro successi. Usiamoli insieme, cerchiamone insieme altri. Per arrivare al mare della bellezza e della giustizia.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.