E’ passato moltissimo tempo scientifico, sociale, politico ed economico da quando Aurelio Peccei e Alexander King fondarono negli anni ’60 il Club di Roma per affrontare ed individuare percorsi di crescita consapevoli ed alternativi adeguati per l’evoluzione globale del mondo (Meadows et al., 1972; 1993).
Il loro contributo generò, tra il resto, comprensione della sostenibilità di processi. In breve, come è ormai ben noto, la sostenibilità di un processo fu individuata nel fatto di non richiedere risorse di qualsiasi natura ad una intensità superiore a quella del loro rigenerarsi. Altrimenti il conseguente esaurimento avrebbe condannato qualsiasi processo basato su di esse a spegnersi oltre ad aver causato la scomparsa di tali risorse dissennatamente consumate.
Un atteggiamento di rispetto verso la sostenibilità ha inizialmente il positivo effetto di individuarla non solo nelle risorse direttamente da consumare, ma anche nella catena delle risorse da considerare. Si trattava di accendere attenzione ecologica non come posizione culturale o ideologica, ma come atteggiamento strategico e consapevole nuovo.
Il tema era infatti stato introdotto con riferimento alle risorse naturali di qualsiasi natura ed al loro ciclo di riproduzione naturale da conoscere e rispettare. Ciò riguarda, ad esempio, le risorse alimentari, energetiche, le materie prime e le necessità ambientali richieste dai cicli stessi, ad esempio climatiche come magistralmente introdotto da Georgescu-Roegen (1971, 1976, 1977a, 1977b, 1979).
Il riferimento era a processi di crescita quantitativa.
Successivamente il termine sostenibilità fu usato in maniera estensiva per processi di qualsiasi natura e con riferimento alle risorse richieste. Ecco che si parlò di sostenibilità di stili di vita, finanziaria, di aziende ed anche, in modo traslato, non misurabile, di rapporti interpersonali richiedenti tempo e attenzione dei singoli, come nel caso delle famiglie.
In campo socio-economico il termine fu usato non solo in riferimento alla possibilità di mantenere un processo nel tempo, ma anche in relazione alla sua crescita.
Riferendoci a sistemi socio-economici la crescita può essere considerata come un processo incrementale di qualsiasi natura (ad esempio lineare, esponenziale e descritto da curve logistiche caratterizzate da crescita decrescente limitata come nel grafico indicativo in fig. 1. Ciò era tanto più importante in quanto i sistemi economici dovevano manifestare continui processi di crescita, sostenibili ovviamente. Tuttavia era evidente la contraddittorietà tra la richiesta di sostenibilità e la richiesta di crescita continua. La tecnologia fu chiamata a risolvere la contraddizione estendendo la durata delle risorse con la loro riproduzione, ad esempio alimentari, sostituendo risorse tra loro, e riducendo i consumi.
Figura 1: Un esempio di curva logistica
Il termine sostenibilità fu poi esteso a tecnologie, prodotti e costruzioni intendendoli sostenibili quando capaci di ridurre non solo il consumo di risorse, ma anche l’inquinamento. A volte il termine sostenibile è sostituito da verde per indicare il rispetto per l’ambiente (ad esempio, benzina verde e ospedali verdi). Il termine verde è diventato una parola del marketing, mentre il termine sostenibilità inflaziona articoli; dichiarazioni, pagine web e brochure aziendali; libri e tesi nelle università.
Ormai anche bombardieri che utilizzano 1) solo bombe non messe al bando dalla comunità internazionale; 2) il cui equipaggio di cielo e di terra non è stato selezionato in base a criteri di razza, sesso, religione, età e lingua; 3) utilizzante carburante a basso inquinamento; e 4) che si prefigge di non colpire obbiettivi civili, sono sostenibili o verdi!
Quando ci accorgeremo che sono bombardieri???
La sostenibilità e l’essere verde sono diventate tematiche sintattiche e non semantiche.
La semantica viene ritrovata quando si parla di sviluppo e non solo di crescita. Si realizza che la crescita non è condizione sufficiente per lo sviluppo e neppure necessaria. Un processo di sviluppo può essere rappresentato in vari modi, ad esempio considerando (Minati and Pessa, 2006):
- la successione nel tempo di processi di crescita relativi allo stesso singolo processo oppure a processi sostitutivi, attivati ad esempio dall’innovazione in campo economico;
- l’armonicità o coerenza dei processi di crescita del sistema in esame in base ad un piano, un progetto di sviluppo. L’armonicità è così intesa come un fatto interno al sistema stesso, quasi fosse un aspetto inerente alla coerenza, alla reciproca compatibilità tra i processi di crescita stessa. Concettualmente si opera con considerazioni basate sul presupposto di operare in sistemi chiusi. Ad esempio crescite disarmoniche di vari aspetti aziendali come produzione, distribuzione, aspetti finanziari e risorse umane porteranno al fallimento. Allo stesso modo quando si parla di sviluppo di un bambino si parla dell’armonicità tra crescite di diversi aspetti del suo corpo e della sua mente. Disarmonicità nella crescita di singoli aspetti fisici porteranno a irregolarità antropometriche spesso di natura patologica;
- il passaggio tra curve di crescita quando vi è la fine e l’inizio di nuovi processi e prodotti grazie all’innovazione ed alla tecnologia;
- lo sviluppo come processo di emergenza1, come stormo di processi di crescita che acquisisce sviluppo come proprietà emergente. In questo contesto è il comportamento dello stormo di crescite a rappresentare sviluppo e può basarsi su comportamenti diversi delle singole crescite, anche disarmoniche ed alcune negative (come il volo degli uccelli di uno stormo).
In base a quanto sopra discusso, la tematica della sostenibilità si trova a diventare generica ed addirittura negativa quando intesa come conservativa e cioè inducente il mantenimento di equilibri incrementali piuttosto che trasformativi permessi da innovazione e processi tecnologici.
In questo contesto si va oltre la sostenibilità. Occorre considerare processi di creazione che possono sostituirsi ai precedenti, di emergenza e innovazione. Occorre considerare la sostenibilità di processi di emergenza, della capacità cioè di far emergere, innovare, trasformare e non solo dei singoli processi
La tematica della sostenibilità è spesso usata ipocritamente, confusa con tematiche ambientali ed ecologiche, senza permettere o favorire la visione sistemica complessiva dell’uso di risorse e neppure le relazioni tra effetti prodotti da cause e effetti prodotti da soluzioni.
Gianfranco Minati
1 Si hanno processi di emergenza (in Inglese emergence e non emergency, quella dell’ambulanza!) quando sistemi di elementi in interazione tra loro acquisiscono autonomamente effetti e proprietà come il comportamento di stormi di uccelli, sciami, folla, traffico e mercati, solamente influenzabili ma non decidibili.
Pare, caro professore, che i governanti del suo tempo e della sua città, non abbiano studiato a sufficienza quello che lei tenta saggiamente di spiegare. A testimonainza di tale affermazione, ritrovo nelle cronache dei suoi giorni (23 di 08), la seguenre notizia, da "affari italiani".
RispondiEliminaSul testo della quale capeggia la sig.ra Diana Bracco, rpesidentessa degli industiali, rpesidente del comitato expo, e mi pare legata da vincoli famigliari con il Suo sindaco.
Le auguro buon Natale dal futuro
AlephIII
Milano/ Expo, ecco il Manifesto per un evento sostenibile
"Il principio di base condiviso dai promotori dell'Osservatorio - si legge - è che un evento di tale portata ed impatto sulla città di Milano, provincia, regione e intero Paese, debba essere costruito in modo partecipato e gestito in maniera trasparente. Diversamente, vi è il rischio di avere un meccanismo decisionale autoreferenziale, lontano dai 'desiderata' dell'intera comunità. Al momento non è emerso con chiarezza un piano strategico per la città e per l'intera area metropolitana. Il tema scelto da Milano - alimentazione ed energia - porta quindi la nostra attenzione intorno al sistema del verde, dell'agricoltura, delle cascine, delle ville storiche, dei beni culturali, del governo delle acque. La nostra prospettiva è quella di arrestare il processo di erosione che minaccia il patrimonio di corsi d'acqua, agricoltura, boschi, aree verdi e suolo agricolo che ancora circondano Milano. La crisi, oggi, ci sollecita a ricercare nuovi sentieri di crescita che abbiano al centro i cittadini e le risorse fisiche e culturali delle comunità".