lunedì 15 dicembre 2008

Contraddizioni di oggi: le Banche e il caso Madoff

Cliccando il titolo potete leggere, con maggiori dettagli, la notizia.
Brevemente: un certo Signor Madoff ha messo in piedi un sistema di investimenti per 50 miliardi di dollari che è fallito. Coinvolti anche investitori italiani posseduti da varie grandi banche nostrane che pare abbiano investito in questo "bell'affare" anche tutte le raccolte effettuate.
Non so se questa storia sia paradigmatica di come le banche utilizzino i nostri soldi, fatto sta che è capitata, come ne sono capitate altre, note e meno, sul fronte Wall Street, ovvero quello finanziario-speculativo.
Dal fronte opposto, le operazioni su quello che possiamo definire Main street (le aziende che hanno bisogno dell'ossigeno finanziario per campare, l'economia reale) il sistema bancario è molto più rigoroso, si è dato regole ferree, sistemi di ranking, analisi di bilancio, del sangue, tac e radiografie dell'azienda che chiede credito per evitare di incappare in situazioni di futura insolvenza e, così facendo, sta stritolando il tessuto economico in quanto la realtà delle aziende è ben più complessa degli intricati sistemi di indici che le banche hanno definito.
Ad occhio è chiaro che si tratta di un sistema di due pesi e due misure.

Facile la critica alle vituperate banche ma lo scopo di questo breve scritto è un altro. In una situazione così complessa, come quella della nostra società attuale, dimostrano i limiti sia la rigida regolamentazione alla "Basilea2" sia l'estrema liberalità dei mercati finanziari e dei loro operatori.
Stiamo assistendo ad un sistema, le banche in questo caso, che ha voluto adottare due modalità di operare diametralmente opposte, e che ha fallito in entrambi i casi.
La cronaca di sicuro ci consegnerà altre evidenze di questo tipo, e sarà mia cura evidenziarle, ma rimane il quesito di fondo: che fare? Se rigida pianificazione centralizzata, tipica dei defunti regimi comunisti, ed estremo liberismo senza regole, caratteristico del capitalismo gravemente ammalato, entrambi si sono rivelati fallaci per rispondere alle domande di benessere della società, quale strada intraprendere adesso?

Ecco un dibattito da aprire urgentemente, e che è nostra intenzione approfondire da queste pagine, a partire da punti di vista completamente diversi.
Il primo obbligo di tutti è tornare ad imparare, riprendere a studiare per conoscere nuovi punti di vista, apprendere nuovi strumenti da discipline diverse che possono fornire spunti e suggestioni nuove, che ci aiutino a costruire una visione del mondo profondamente diversa, unica strada per trovare soluzioni ai problemi di oggi.
Un primo spunto appare chiaro: le soluzioni devono emergere in virtù del contesto, mutabile con grande velocità, e devono vedere la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, tutte le parti, nessun escluso. Rinunciamo definitivamente alle regolamentazioni centralizzate (le "Basilea2") e all'assenza totale e pervicace di qualsiasi regola (il loro opposto) per darci delle indicazioni di carattere generale che ci aiutino, volta per volta, a trovare le soluzioni giuste.
Quali sono? Come procedere? Ecco un buon inizio per un dibattito davvero diverso perché il mondo come lo conoscevamo fino a ieri è davvero finito e dobbiamo darci da fare per costruirne, pacificamente e senza attendere le "guerre purificatrici" del passato, uno nuovo.

1 commento:

  1. due pesi e due misure??? forse ma sempre un unico obiettivo "il budget" che nessuno rifiuta di perseguire perchè non dimentichiamoci che le banche, oltre che dai manager i quali dovrebbero essere chiamati a rispondere anche penalmente, sono composte da tanti uomini e donne che non si fanno scrupolo di vendere M.... pur di raggiungere gli obiettivi che portano nelle loro tasche fior di quattrini

    RispondiElimina

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.